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    L’acqua è un elemento indispensabile per la vita dell’uomo. Nessuna acqua, anche se prelevata alla sorgente, può essere definita potabile ed essere utilizzata per l’alimentazione umana. La sua buona qualità può essere determinata, in genere, dalla gradevolezza e dall’assenza di sostanze inquinanti, tossiche o nocive per la salute umana. La gradevolezza dell’acqua è accertata dai nostri sensi, mentre la presenza di sostanze inquinanti che vengono a contatto con l’acqua durante le fasi di accumulo, trasporto e distribuzione è verificata in laboratorio. A volte, però, l’inquinamento può essere causato inconsapevolmente anche dall’utente, per l’inadeguatezza del suo impianto idrico. Di seguito, alcune informazioni di carattere generale sulla risorsa e sulle attività che Consac gestioni idriche spa compie per assicurare una buona qualità dell’acqua erogata. Sul sito, inoltre, sono presenti informazioni più dettagliate sulle qualità proprie delle varie fonti di approvvigionamento utilizzate da Consac gestioni idriche spa.

    Gradevolezza
    L’acqua, oltre ad essere esente da sostanze inquinanti, deve rispondere a determinati requisiti di purezza e ai già menzionati caratteri organolettici, chimici e fisici. Essa deve essere incolore, inodore, insapore. Tali peculiarità sono valutate dai chimici come elementi utili a classificare la gradevolezza dell’acqua destinata a scopi potabili, ma sono caratteristiche che soddisfano anche i sensi di ciascuno di noi e rendono perciò più gradevole l’utilizzo di tale risorsa.

    Potabilità
    Per poter essere destinata all’uso domestico ed alimentare, l’acqua deve rispondere a requisiti di purezza e organolettici (dei sensi), chimico-fisici e chimici. Il giudizio circa la potabilità dell’acqua è affidato ad analisi chimica e batteriologica. L’acqua potabile deve essere limpida, incolore, insapore, inodore, avere una temperatura né troppo alta né troppo bassa, possibilmente costante indipendentemente dalla stagione. Una volta accertata l’utilizzabilità dell’acqua per scopi idropotabili, questa subisce il trattamento di disinfezione attraverso l’immissione di un elemento esterno, generalmente il “cloro”.

    Clorazione
    La clorazione (ossia l’introduzione del cloro nell’acqua) avviene attraverso l’ipoclorito di sodio (NaCIO) in soluzione acquosa al 16%; esso si presenta allo stato liquido, di colore giallo paglierino, di odore acre. Rappresenta il sistema più semplice ed efficace per l’eliminazione di contaminanti microbiologici (batteri), la sua concentrazione, al rubinetto, non deve superare lo 0,2 mg/l. Consac gestioni idriche spa possiede un razionale sistema di potabilizzazione dell’acqua erogata all’Utenza. L’immissione di cloro è praticata in 18 punti (serbatoi, partitori, ecc.) con l’ausilio di clorimetri automatici che leggono la portata istantanea e regolano la quantità di cloro immessa. Vengono continuamente effettuate misurazioni del cloro residuo presso i fontanini pubblici, scuole e Utenti, dai nostri addetti e dall’ASL, per verificare che il cloro immesso arrivi nelle giusta quantità all’utilizzatore finale.

    Esami
    L’acqua fornita all’utenza è per la maggior parte prelevata da sorgenti montane naturali. In misura minore viene emunta da pozzi che sfruttano comunque acque naturali di falde profonde ed in quantità assai ridotta, limitatamente al periodo estivo, proviene da impianti di potabilizzazione di acque accumulate in invasi artificiali. In tutti i casi, i punti di prelievo sono dislocati in aree non antropizzate ed al riparo da fonti di inquinamento di tipo agricolo o industriale. Al fine di garantire la potabilità dell’acqua dai punti di prelievo ai punti di consegna all’utenza,
    vengono comunque eseguiti continui controlli attraverso analisi del laboratorio interno alla società. Vengono verificati i parametri chimico-fisico e microbiologici della risorsa idrica, seguendone il percorso, dalle sorgenti/pozzi ai serbatoi di accumulo, alle utenze (in genere i fontanini pubblici, talora sbocchi privati), secondo i dettami del D. lgs 31/2001 che fissa il limite massimo dei parametri, oltre i quali l’acqua non può essere ritenuta potabile. Ulteriori controlli ai sensi del D.lgs 31/2001 vengono autonomamente effettuati dall’Azienda Sanitaria Locale sui recapiti finali (fontane pubbliche, sbocchi e fontanini privati). Sia i controlli interni che quelli effettuati dall’ASL sono finalizzati alla individuazione di parte o di tutti i seguenti parametri, a seconda che si tratti di analisi di routine o di verifica:
    – parametri chimico-fisici: antimonio, boro, cadmio, cromo, rame, fluoruro, piombo, mercurio, nichel, nitrato, nitrito, selenio, vanadio, cloruro, manganese, ossidabilità, solfati, iodio, calcio, conteggio colonie a 22°,carbonio organico totale, durezza, residuo secco, temperatura, pH, conducibilità elettrica, cloruri;
    – parametri organolettici: colore, odore, sapore, torbidità, conduttività, cloro attivo residuo, ammonio, escherichia coli, concentrazione ione idrogeno, ferro, batteri coliformi a 37°.
    – parametri microbiologici: carica batterica totale, coliformi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali, enterococchi.
    I parametri sopra indicati dipendono essenzialmente dal terreno e dalla natura delle acque superficiali e/o sotterranee; variano, cioè, a seconda delle condizioni geologiche e idrogeologiche locali (presenza di minerali nelle rocce attraversate dall’acqua), della stagione di osservazione (cioè in funzione dell’apporto delle acque superficiali) e dei possibili apporti dovuti ad attività antropiche (nel nostro caso ordinariamente esclusi), quali contaminazioni organiche (scongiurata in ogni caso dalla disinfezione praticata con ipoclorito di socio) o un uso indiscriminato di concimi e fertilizzanti.
    L’acqua distribuita dalla nostra società all’utenza è in genere di ottima qualità, con valori dei parametri caratteristici sensibilmente inferiori ai limiti massimi di legge.

    Legislazione
    L’Unione europea nel corso degli anni ’70 ha cercato di definire e rendere omogenee nei paesi dell’Unione le ricerche e le attività di controllo dell’acqua erogata per uso umano. La legislazione europea mirava a salvaguardare la salute pubblica, a difendere le risorse idriche sulla base delle conoscenze di patologia e salvaguardia ambientale allora conosciute. La Direttiva CEE 80/778 obbligava gli Stati dell’Unione a emanare disposizioni di tutela delle risorse idriche e proprio in attuazione di tale Direttiva è stato emanato il D. Lgs. 31/01. Il legislatore italiano rispetto ad alcuni partner europei è stato particolarmente rigido ed ha previsto livelli di concentrazione addirittura più rigorosi della stessa Direttive CEE. Il D. Lgs. 31/01 impone che ciascuno dei parametri caratteristici dell’acqua destinata al consumo umano sia contenuto entro il Valore di Parametro indicato nelle specifiche tabelle allegate al D. Lgs. stesso. I parametri caratteristici sono suddivisi nelle seguenti categorie:
    – parametri organolettici (vi rientrano il colore,l’odore,la torbidità e il sapore)
    – parametri chimico-fisici (vi rientrano i parametri relativi alla temperatura, pH, conducibilità elettrica, cloruri, solfati, sodio, calcio, ecc.)
    – parametri di sostanze indesiderabili (sono quei parametri le cui concentrazioni devono essere scrupolosamente controllate perchè, se elevate, possono essere nocive alla salute; vi rientrano: ammoniaca, nitrati, nitriti, ossidabilità, fosforo, tensioattivi, ferro, manganese, ecc.)
    – parametri di sostanze tossiche (si tratta di parametri relativi a sostanze che devono essere presenti in concentrazioni bassissime; vi rientrano: arsenico, cadmio, cianuri, cromo, piombo, ecc.)
    – parametri microbiologici (sono quei parametri di cui la legge prevede l’assenza; vi rientrano: coliformi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali, ecc.)